Pranayama, la respirazione |
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Per gli antichi Greci la Psyché era l’anima ed il respiro, il soffio vitale che dona al corpo l’Anima e la Mente. Secondo Platone l’etimologia di questo termine deriva dal verbo anapneîn, cioè respirare. Psyché significa anche farfalla, simbolo della leggerezza dello Spirito vitale, della sua bellezza e anche della sua fragilità e brevità, dell’impermanenza della vita e di tutte le cose nel loro divenire (il concetto di anitya nelle dottrine buddhiste). Respirare è fondamentale per qualsiasi attività che svolgiamo perché stimola il corpo a lavorare meglio esercitando così un effetto profondo sul nostro benessere generale. I nostri stati mentali ed emotivi sono infatti rispecchiati dal modo in cui respiriamo: un corpo calmo è un corpo che respira regolarmente, una respirazione piena e profonda indica una situazione di equilibrio, i movimenti lenti dei muscoli che partecipano alla respirazione svolgono un’azione calmante (grazie anche all'attivazione del sistema nervoso parasimpatico durante l'espirazione) e favoriscono la capacità di concentrazione. Col modo di respirare si comunicano (anche inconsciamente) particolari stati d'animo: ad esempio quando si trattiene il fiato per la tensione in una situazione di suspense, quando si emette aria in modo forte e improvviso contestualmente a una vocalizzazione (il grido) per paura o per caricarsi di energia, quando si sbuffa o si fa un sospiro di sollievo dopo una situazione di tensione ecc Nel testo Yogasutra del filosofo indiano Patañjali il Pranayama è il quarto stadio dello Yoga: gli stadi sono
Pranayama e Pratyahara, sono le ricerche interiori (antaranga sadhana) che insegnano come controllare la respirazione e la mente, diventano quindi il veicolo per affrancarsi dalla dipendenza dei sensi dai loro oggetti del desiderio e dall'attaccamento (e quindi dalla sofferenza causata da esso).
La pratica dei diversi tipi di Pranayama, che possono essere profondi, lenti, ritmici, accelerati, purificanti ed energizzanti ecc., rafforza e rende più efficiente il sistema respiratorio e di conseguenza tutto l'organismo, calma il sistema nervoso e riduce l'attaccamento, riporta la consapevolezza nel presente, la mente si libera e riesce a concentrarsi. In questo modo possiamo anche agire sull'emotività che influisce appunto sul ritmo e sulla profondità del respiro con tutte le conseguenze fisiologiche, psicologiche e anche relazionali negative che portano fino alla patologia. L'educazione alla respirazione è un mezzo unico per connetterci con la Natura e con noi stessi nel qui e ora, per controllare e modulare i nostri stati energetici ed emotivi e quindi relazionarci in modo sano con chi abbiamo di fronte partendo da una base consapevole e neutra e invitandolo grazie all'azione inconscia dei neuroni specchio a fare lo stesso. |
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YOGA |