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Cenni sulla filosofia dello Yoga

La filosofia Yoga parla di Prana, un’Energia che pervade l’Universo e del fatto che essa abbia diversi livelli vibratori che determinano la qualità della materia. Esso è l’Energia che permea tutte le cose e in tutte le cose assume una forma diversa e impermanente come le onde di un immenso mare.

Nelle leggi della Fisica “energia” è un qualcosa che non si crea né si distrugge ma che si trasforma, una proprietà che appartiene intrinsecamente ai sistemi materiali, alle forme e fra esse può essere scambiata. Anche in questa scienza però “è importante tener presente che nella Fisica odierna non abbiamo alcuna conoscenza di cosa sia l’energia” (La Fisica di Feynman di Richard Feynman, 1964).

Tutte le forme animate e inanimate lo contengono e in esse il Prana vibra in modi differenti.
Negli esseri umani scorre attraverso le Nadi, dei filamenti o canali energetici che si diramano per tutto il corpo finanche a uscire da esso (si pensi anche al calore che emaniamo) partendo da un nucleo di origine, Kanda, situato nell’addome (una recentissima scoperta parla dell’intelligenza dell’intestino dove il microbiota viene definito il nostro “secondo cervello” e anche la fonte viscerale del Ki, equivalente del Prana nella filosofia giapponese, ha sede in questo luogo). Ogni volta che queste innumerevoli Nadi si incrociano formano un piccolo addensamento energetico, questi sono i Chakra.

Le Nadi principali sono tre: Ida e Pingala che si attorcigliano intorno a Sushumna, la più importante, situata lungo la colonna vertebrale dalla base fino alla fontanella e oltre.
I Chakra sono visualizzati come centri di Energia sottile pulsante che vortica in modo spiraloide, agglomerando e caratterizzano forma, stabilità e aspetti particolari del Prana che ci costituisce.
Esistono diverse interpretazioni del Sistema dei Chakra, tutte derivate dallo Yoga Tantrico che nella sua fase più fiorente intorno al 900 d.C. produsse diverse ramificazioni in cui i Chakra ricorrenti erano Muladhara, Anahata e Sahasrara, quelli forse più facilmente riconoscibili per l’esperienza emotiva e spirituale. Anche l’associazione di elementi psicofisici ai Chakra è relativamente recente e può risuonare o meno col proprio sentire, personalmente trovo che questo sistema sia calzante e risuoni come una filosofia che porta saggezza e Bellezza nell’interpretazione della Realtà.
I Chakra principali qui considerati sono sette, situati lungo Sushumna, ognuno è in stretta relazione con uno dei 7 livelli di Energia Pranica. Per tale correlazione e in base agli equilibri dei Guna assumono sfumature cromatiche e frequenze vibratorie diverse.
I Guna sono i tre attributi del Prana:

  • Tamas che rappresenta la pesantezza, la concretezza, l’immobilità, l’istinto,
  • Rajas la dinamicità, il movimento, la trasformazione e il divenire dell’azione
  • Sattva la leggerezza, l’etereo, l’impalpabile e l’intelligenza creativa più sottile.

Essi sono sempre contemporaneamente presenti in tutte le cose ma in percentuali diverse.


Ci immaginiamo i Chakra che assorbono Prana dall’ambiente esterno e interno, lo trasformano e lo caratterizzano, quindi lo distribuiscono per sostenere le funzioni psicofisiche corrispondenti. Irradiano energia e creano attraverso le Nadi una complessa comunicazione tra individuo e ambiente, tra micro e macrocosmo.

I Chakra

           MULADHARA

Muladhara fraIl primo Chakra rappresenta l’Energia che ci connette alla Terra, il radicamento e il sostegno, lo visualizziamo situato sulla zona del perineo alla base della colonna
vertebrale.
Il livello di vibrazione del Prana in esso ha una funzione addensatrice dell’Energia e va a formare la materia solida.
Il suo Guna dominante è Tamas, influsso secondario Tamas.
Muladhara è rappresentato da un loto rosso con quattro petali, il suo Yantra (figura geometrica al suo interno che porta l’Energia della forma stessa associata all’elemento del Chakra e al suo significato simbolico) è un quadrato, questi sono considerati tutti attributi dell’elemento Terra. Al centro del quadrato si trovano un triangolo girato verso il basso, il Bija Mantra Lam (anch'esso associato all’elemento Terra) e l’elefante, un animale simbolo di stabilità, benessere e forza interiore.
Qui risiede l’energia della Kuṇḍalinī: se abbiamo un buon radicamento l’energia può salire attraverso gli altri Chakra permettendoci di evolvere anche gli altri aspetti della nostra esistenza.
Ci collega al suolo e a tutto quanto, come la terra, è solido e stabile. Rappresenta anche l’istinto di sopravvivenza, il bisogno di sicurezza e la forza interiore. Le sue funzioni sono legate alla purificazione materiale del corpo cui è correlato nel suo insieme, nella terra è l’origine ancestrale del nostro incarnato. A livello fisico fra le altre cose è correlato alle ghiandole surrenali, al sangue, al perineo, al retto, al sistema osteo-articolare, alla parte inferiore e posteriore del bacino, ai glutei, alla muscolatura scheletrica nella sua funzione stabilizzante, ai piedi, ai talloni, a denti e unghie, al naso e all’odorato (dove risiedono le nostre memorie ancestrali), all’amigdala, coinvolta nella memoria emozionale, nell’elaborazione degli stimoli olfattivi e nel controllo del rilascio di adrenalina.

 

         SVADHISTHANA

Svadhisthana fraIl secondo Chakra rappresenta l’Energia fluida dell’Acqua: elemento primario della Vita. Essa è simbolo della vitalità che scorre nell’individuo che come un’onda è
una sua forma e prende consapevolezza della sua impermanenza oscillando fra la sensazione sublime e terrifica della perdita
di sé nel fluire e il lasciare andare ogni attaccamento per fondersi con lei.
Svadhisthana è il livello dell’Energia di supporto del Soffio Vitale: il Prana universale. Ha la funzione di accumularlo e distribuirlo nell'organismo, è energia e vitalità.
È simboleggiato da un loto arancione a 6 petali con il suo Yantra: una Luna crescente alla base di un cerchio, il suo Bija Mantra è Vam e il veicolo del Bija è Makara, una creatura mitologica che assomiglia a un coccodrillo con zampe di cane.
Il Guna dominante è Tamas, influsso secondario Rajas.
È collocato nella zona del plesso sacrale, sopra e dietro ai genitali cui è correlato. È in relazione anche alla lingua e alla funzione gustativa, ai reni, al sistema linfatico, all’intestino crasso, ai capelli e alle mani che sono il nostro strumento creativo per eccellenza. Ha funzioni legate alla purificazione dei liquidi corporei e di armonizzare il ciclo delle acque che regola le manifestazioni della vita.
Attraverso il secondo Chakra inizia la dinamica della relazione verso l’altro, una relazione immediata e istintiva, qui abitano le emozioni e le funzioni primarie legate alla sessualità. L’altro, che sia umano, animale o elemento naturale (con le sue manifestazioni in cui mi posso identificare a livello simbolico) fa emergere la nostra peculiare identità. Nel riconoscere la sua diversità, attraverso il suo specchio, vediamo e capiamo il nostro ego, dunque ci distinguiamo ma allo stesso tempo abbiamo il desiderio di fonderci con lui. Esso è legato alla simbologia connessa alla Luna e al suo tempo ciclico, all’inconscio individuale e collettivo e all’immaginario di quest’ultimo con tutti i suoi archetipi, sogni e intuizioni comuni a tutte le culture e in cui il cavallo è grande protagonista. La narrazione del mito e la ritualità trovano massima espressione nel canto e nella danza.

 

             MANIPURA

Manipura fraIl terzo Chakra è detto il Cerchio della Città dei Gioielli o Gemma rilucente. Il suo elemento è il Fuoco, come una fucina rappresenta la capacità di trasformare
l’Energia per poterla usare e irradiare, così da fornirla dove e quando ne abbiamo bisogno. Attraverso di esso agiamo, affermiamo la nostra volontà, pratichiamo
un potere su ciò che ci circonda.

Il suo Guna dominante è Rajas, l’influsso secondario Tamas. È Fuoco di terra.
Manipura è rappresentato da un loto con 10 petali di colore giallo, il suo Yantra è un triangolo rosso con la punta verso il basso inscritto in un cerchio, il Bija Mantra è Ram, veicolo del Bija è l’ariete.
L’altro da sé diviene il materiale di cui l’Ego ha bisogno per ricavare l’Energia fisica e mentale, quindi la relazione con l’altro diventa stabile e consapevole, sana finché nell’equilibrio del non attaccamento, finché non subentri l’ombra di questo Chakra e la relazione diventi sconnessa e strumentale, desiderio di controllo e dominio, aggressività, avidità e ingordigia.
Manipura è connesso al metabolismo e alla funzione digestiva che scompone e trasforma per avere energia e materia spingendo ad avere una relazione funzionale con l’esterno dove trova i nutrienti per il corpo e per la mente. In esso ha sede la capacità razionale che sostiene il senso pratico e organizzativo, permette di articolare ragionamenti complessi per esprimere le proprie idee, da esso attinge l’energia e la determinazione per affermarsi.
Ma come il fuoco ha portato agli esseri umani la luce anche nella notte, esso ha creato allo stesso tempo le ombre di un’oscurità ancora più buia fuori dal cerchio illuminato, così Manipura, se slegato dall’intelligenza emotiva del secondo Chakra e dall’empatia pervasiva dei sentimenti del quarto, Anahata, tende a scivolare nella sua ombra, a vedere la realtà con opportunismo e a frammentarla in unità in base alla utilità e funzione per poi ricomporla in sistemi artificiali e utilitaristici (esempio ne è la catena di montaggio).
Questo tipo di razionalità tende a una logica sterile per ottimizzare i processi slegandosi dalle emozioni che risultano poco funzionali ad essi.
Oggi possiamo vedere il risultato delle nostre strutture sociali dominate dall’ombra di questo Chakra: esse sono diventate enormemente complesse ma con una prospettiva a imbuto sul proprio tornaconto e con la tendenza a consumare in modo dissociato il mondo e quelle che ritiene essere le sue risorse (cose ed esseri viventi, umani compresi) focalizzandosi sulla quantità senza avere una visione sulla qualità dell’insieme.

 

            ANAHATA

Anahata fraIl quarto Chakra, all’altezza del plesso cardiaco, è il “Centro del Suono non originato e ininterrotto”, associato fra le altre cose all’impulso che ha sede nelle
cellule del nodo seno-atriale, minuscolo componente del sistema neuro-elettrico cardiaco che dà origine agli stimoli elettrici che causano il battito vitale e ritmico del cuore.

Il suo Guna dominante è Rajas, secondario Rajas, il livello di vibrazione del Prana in esso determina movimento in espansione.
È il fulcro del sistema dei 7 Chakra, è rappresentato da un loto con dodici petali di colore verde, lo Yantra interno è composto da due triangoli sovrapposti le cui sei punte rappresentano anche gli altri sei Chakra di cui Anahata è centro e punto di collegamento.
Il cuore della stella che ne risulta è il Sé verso cui si può dirigere una interiorizzazione sottile.
L’elemento collegato è l’Aria, simbolo di movimento, Aria che veicoliamo attraverso il Pranayama, la respirazione che ci insegna a calmare il corpo e la mente e che rinnova continuamente il Prana dentro di noi. L’Aria è anche l’elemento che unifica il Tutto grazienalla sua natura pervasiva che arriva ad ogni cosa, attraverso quello che viene chiamato Amore incondizionato che gli esseri umani possono provare nel riconoscersi in esso, nell’Universo misterioso e nella più vicina Natura cui apparteniamo e dove avviene la nostra guarigione magica: la Natura come luogo dove ritroviamo il benessere e un possibile senso alla nostra esistenza.
Il suo Bija Mantra è Yam e veicolo del Bija l’antilope nera.

 

           VISHUDDHA

Vishudda fraIl quinto Chakra, “Centro di ogni purezza” o “Centro completamente puro”, è il luogo della comunicazione, in tutte le sue sfaccettature. È legato all’elemento Ākāśa, Etere, tradotto anche come “Vuoto vibrante” a sottolinearne la natura impalpabile e pervasiva e l’ambivalenza di concetti duali come il correlato silenzio
comunicante. La Vibrazione è anche ciò che scompiglia la Calma immobile portando gli elementi nel Cosmo a incontrarsi e rimescolarsi, creando e trasformando in
continuazione.
Il suo Guna dominante è Rajas, secondario Sattva.
Ha sede nella zona del plesso faringeo e della gola, simbolico canale dell’espressività. Vishuddha è rappresentato da un loto con 16 petali di color grigio-lavanda, lo Yantra è un triangolo rovesciato con all’interno un cerchio bianco e puro. Il Bija Mantra è Ham, veicolo del Bija l’elefante simbolo dell’ascolto, della saggezza della memoria di origini ancestrali ormai da noi dimenticate.
L’unica comunicazione risolutiva è quella sincera, anche se la Verità è comunque inevitabilmente interpretata dalla soggettività e inafferrabile: “la mappa non è il territorio” (Alfred Korzybski, Science and Sanity, 1933). Eppure resta l’unica direzione per una Vita che valga la pena vivere, autentica, lo sforzo al dialogo sincero fatto di spazio di ascolto e di volontà di farsi capire.
Vishuddha si esprime in tutte le forme dell’Arte, dove il mondo interiore si esprime creativamente e concretamente nella realtà esterna, in particolare nella musica.
Il silenzio è la base della comunicazione: solo in esso possiamo creare lo spazio per l’ascolto, lì tacitiamo il nostro dialogo interiore per accogliere le parole dell’altro (altro che possiamo essere noi stessi) e mettiamo in equilibrio il nostro stato energetico per percepire il suo stato emotivo e allo stesso modo nell’ascolto da parte dell’altro possiamo esprimerci ed essere a nostra volta capiti.
Il linguaggio è un insieme di gesti, espressioni, vocalizzazioni, suoni, trasparire di emozioni, odori, è un modo creativo naturale che permette agli individui di capirsi, o almeno provarci, anche interspecie. Gli eventi a cui si vuole dare un significato nella comunicazione vengono strutturati in codici comunicativi complessi e alcuni di questi risultano immediatamente comprensibili grazie a una memoria istintuale che ci accomuna (ad esempio gli occhi sgranati che indicano paura).
Negli esseri umani la comunicazione fa affidamento sul sistema delle parole, forme simboliche per esprimere il nostro mondo interiore e portarlo all’esterno. Il dialogo, a patto che sia guidato dall’ascolto, dalla sincerità e dalla ricerca di verità, elabora e integra gli elementi ricevuti e porta all’evoluzione personale. La complessità del nostro sistema di comunicazione che si basa a volte ciecamente per lo più sul linguaggio parlato, unito alla complessità mentale degli individui umani col loro bagaglio di vita e il costante pensare fra rimuginazioni, preoccupazioni, desideri, aspettative ecc. è anche quello che porta più facilmente al fraintendimento.
È qui infatti che si annida l’ombra di questo Chakra, l’autoinganno e l’inganno, il primo per lo più inconsapevole nell’individuo mentre il secondo viene usato spesso intenzionalmente nella comunicazione, soprattutto nei mass media: la stragrande maggioranza della pubblicità è pubblicità ingannevole e vediamo come spesso i media del mainstream manipolino la narrativa delle informazioni per incanalare le opinioni.
A livello individuale una mente che non riesce a tacitarsi ingloba il presente in continue proiezioni su passato e futuro facendosi sfuggire il tempo di vita che avviene nel qui e ora.

 

                 AJNA

Ajna fraIl sesto Chakra è il Centro del Potere Illuminato, ovvero il Chakra che nel suostato di Chiara Visione guida l’Energia di quelli sottostanti.
E’ rappresentato da un loto color indaco con due petali (che in realtà sarebbero 48 per lato) che indicano la polarità, è qui che le Nadi Ida e Pingala si riuniscono a
Sushumna, la Nadi principale che continua fino al settimo Chakra, e sono luminosi: a questo livello non si parla più di elementi materiali ma si entra nel campo di Energie più sottili e della Luce che è nutrimento, vita e possibilità di conoscenza.
Il Guna principale è Sattva, secondario Rajas. Lo Yantra è un cerchio riunificatore di ogni polarità con un triangolo rovesciato e lo Śiva Linga al centro, simboli del femminile e del maschile e della creatività della Mente. Il Bija Mantra è Om, veicolo del Bija è Nāda, il suono mistico.
La nostra Mente è implicata in diversa misura in tutte le nostre attività, essa è la nostra chiave di comprensione della Realtà e attraverso il pensare e i pensieri noi vestiamo tale Realtà con il nostro velo di Maya, la nostra interpretazione. La Realtà in sé è infatti per noi inafferrabile e incomunicabile, diviene forzatamente soggettiva nel nostro percepirla con i nostri sensi limitati e nell’elaborarla con il nostro pensiero altrettanto limitato e condizionato. Tuttavia possiamo educare la Mente a fare chiarezza, come l’abilità del vento che dirada le nuvole e lascia un cielo terso.
Il pensiero si attua principalmente in tre modi: per associazione, dove il fluire di idee diventa un automatismo senza controllo e ci si ritrova lontanissimi dal pensiero iniziale senza sapere come ci si è arrivati, con lo svantaggio che per natura siamo portati a ricordarci ed elaborare maggiormente le cose negative quindi rischiamo di rimanere in un limbo di rimuginazioni, ansie e preoccupazioni senza fine. Il secondo modo è attorno a un ordinatore: come nella realizzazione di un Maṇḍala la Mente rimane impegnata a sviluppare un’idea, costruendo intere filosofie senza perdere il nucleo originario. Il rischio qui è quello di cadere in una delle ombre di questo Chakra: l’ossessione. L’altra modalità del pensiero è il non pensare, imparare a liberare la Mente sospendendone il continuo dialogo, imparare a dare spazio al Silenzio, luogo dell’ascolto e dell’attenzione diffusa, della creazione di nuove idee, della trasformazione e dell’evoluzione.
Altra ombra di Ajna è l’ignoranza, non solo come “non conoscenza” ma anche come “falsa conoscenza” che quando si trasforma in convinzione diventa un muro di gomma difficilissimo da intaccare perché dona sicurezza e conforto, si trasforma in presunzione dando una chiave di lettura a priori e si accompagna alla superbia come all’umiltà e alla cultura.
Ajna è in corrispondenza di quello che simbolicamente chiamiamo Terzo Occhio o Occhio mentale o interiore, strumento della Coscienza che attraverso l’intuizione permette di vedere il mondo sottile che sfugge alla percezione degli altri sensi.

 

            SAHASRARA

Sahasrara fraIl settimo Chakra è detto Loto dei Mille Petali a simboleggiare la sua tendenza all’infinito e la capacità di connessione umana a una Coscienza trascendente dove tutti i concetti e le categorie si dissolvono nell’abbandono.
È localizzato sopra alla fontanella, come una corona ed è rappresentato da un loto di color viola e bianco, il suo Yantra è il punto, il Bija Mantra il Silenzio.
È correlato come Ajna alla ghiandola pineale , è da esso che arriva la conoscenza intuitiva, è correlato al sistema nervoso centrale e alla corteccia cerebrale.
È qui che il nostro Io soggettivo viene a contatto con l’Io Universale, il proprio aspetto Illuminato presente in potenza in ognuno di noi, dove percepiamo chiaramente il senso del Sacro e del Divino fondendoci nel suo Mistero.
Come parlare della Verità/Realtà ci allontana da essa anche parlare di questo Chakra ci allontana dalla sua essenza, di esso si dovrebbe semplicemente fare esperienza quindi provarci.